Non temere i sintomi

Non temere i sintomi

Oggi mentre studiavo i quadri clinici relativi a patologie infantili mi sono sentito di scrivere questo articolo a titolo esclusivamente informativo.

Usciamo dalla logica moderna di dover vedere i sintomi come il nemico da sconfiggere. Premesso che possono essere molto perturbanti e che in particolari situazioni, per gravità e rischio per la persona, sia necessario intervenire per un loro contenimento nell’immediato, questa non può essere una scusa per non vederne e apprezzarne la funzione, passatemi il termine, “ALLERTIVA”.

Vi sognereste di staccare l’allarme di casa perché il suono che emette è fastidioso? Assolutamente no, almeno credo. Interverreste capendo se vi è stata un’infrazione oppure un guasto. Sicuramente la prima cosa da fare è spegnere l’allarme, ma non prima che abbia svolto la sua funzione di attirare l’attenzione della vicinato e della sala operativa.

I sintomi psicofisici hanno la stessa funzione. Così i comportamenti alterati dei nostri figli hanno la medesima funzione di allarme.

Non preoccupatevi solo di spegnere l’allarme, nel caso dei sintomi alleviandoli e nel caso dei figli ripristinando un comportamento più adeguato. Siate curiosi e ottimi osservatori di voi stessi e dei vostri figli, solo così potrete cogliere i primissimi segnali di allarme, che di solito possono essere gestiti con più tranquillità e capire cosa nasconde quel segnale e/o quale equilibrio è stato rotto.

La psicologia è la terapia della parola, il coaching e il counsellig sono relazioni di aiuto basate sulla parola, in sostanza curano e aiutano attraverso la comunicazione. Voi con la comunicazione potete fare molto di più: conoscere veramente voi stessi e i vostri figli e svolgere un’attività di vera prevenzione.

E ciò che più conta in una comunicazione che cura o che aiuta è la capacità di ascoltare(si) senza giudizio ma con grande curiosità. In fondo non sono molte le cose che dobbiamo fare in questa vita se non raggiungere una maggiore consapevolezza di noi stessi e degli altri.

I sintomi sono un grande aiuto quando siamo distratti e ci servono per tornare ad ascoltare, se siamo stati distratti per troppo tempo possono apparire dei nemici per la dimensione e la forza che assumo, ma in realtà sono proporzionati all’intensità del grido che una persona deve emettere per riuscire a farsi ascoltare, e molte volte rimangono inascoltati per troppo tempo e per questo possono confondersi con il vero problema.

Prossimamente affronteremo il tema di quanto utile possa essere scavare nel profondo o se alla fine più che scavare sia utile “attenzionare” il sintomo o il comportamento e con apertura mettersi in ascolto curioso e interessato, lasciando così alla voce interiore libertà di trasformarsi da grido di aiuto a mezzo di narrazione.

Luca Lombardini
Articolo di Luca Lombardini.

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